Correvano gli anni ’80 e la pubblicità dell’amaro Ramazzotti trasmetteva all’Italia un’immagine di Milano chic, internazionale e in perenne movimento.
Ai miei occhi di bambino tutto ciò non faceva alcun effetto ma, inspiegabilmente mi sono ritrovato vittima di un condizionamento a livello di subconscio e adesso mi ritrovo a vivere a Milano, probabilmente mosso proprio da quelle immagini che il mio cervello aveva assorbito.
Cosa rimane oggi della Milano da bere?
Utilizzerò le immagini dello spot dell’87 in sequenza per fare i dovuti paragoni tra la Milano degli anni ’80 e quella di oggi.
Questo è il link dello spot su Youtube.
Visto?
Cominciamo
Scena 1: Apertura con Milano avvolta dalla nebbia
La nebbia in centro a Milano non c’è più! in 5 anni non l’ho mai vista. In compenso l’inquinamento da polveri sottili ci regala un avvolgente e rassicurante odore di sterco nell’aria.
Scena 2: Ragazzo del Bar che fa consegne in giro
Da buon napoletano, abituato alla figura ubiqua del “guaglione” del bar non ho potuto fare a meno di restare stupito dal fatto che i bar a Milano non effettuano (più?) servizio a domicilio.
Scena 3: Coppia sorridente che fa jogging in tutone multicolor
Ecco, questa è una cosa che è sopravvissuta. Tolte le tutone multicolor che, per fortuna, non esistono più se non negli ambienti gay più all’avanguardia, la città, alle prime ore del mattino e alla sera è invasa da 40-50 enni che hanno scoperto la droga del nuovo millennio: l’allenamento per la maratona. I risultati variano, ciò che è sicuro è l’incremento di visite ai vari reparti di cardiologia e ortopedia degli ospedali cittadini.
Scena 4: Vigili (Ghisa) al bar che bevono Amaro Ramazzotti in servizio
Tralascio ogni commento sul fatto che negli anni ’80 i vigli si facessero ad amaro a prima mattina e proseguo dicendo che, putroppo, i vigili urbani non ci sono più. Ora c’è la Polizia Locale, che si aggira per le strade, sfoggiando un bel fiore delle alpi sulla vettura, con atteggiamento a metà tra Serpico e Ispettore Callaghan. Addio alla poesia del caschetto bianco!
Scena 5: Signora dai capelli rossi con fascia in testa che sale dalle scale mobili della metropolitana leggendo il Sole 24 Ore.
Questa è la scena più surreale dello spot che ammicca allo yuppismo degli anni ’80. A Milano gli Yuppies non ci sono più. Sono stati, però, sostituiti da 2 nuove categorie che vanno per la maggiore: i rimborsetti e i passacarte dei grandi studi legali. 2 categorie che, su piani diversi, mettono il business al primo posto perchè in realtà privi di autonoma identità.
Scena 6: Business woman che sale in taxi
La scena si collega a quella precedente ma vuole trasmettere il seguente messaggio: le donne qui a Milano, a differenza del resto dell’ Italia, sono emancipate, fanno le dirigenti di azienda, sono superimpegnate, vanno di corsa e prendono il taxi al volo per volare da un appuntamento all’altro. Oggi la maggior parte delle donne a Milano, soprattutto le più chic, si muove in bicicletta…e come si muove: marciapiedi, strisce pedonali, contromano o al centro della strada. Più la bici è un rottame più fa chic. Decisamente meglio gli anni ’80.
Scena 7: Ragazzo del bar che porta da bere a modelle sorridenti che se lo sbaciucchiano
Fantascienza ai giorni nostri: Le modelle (quelle vere, non le escort che si spacciano per tali) hanno mediamente 16 anni, vengono dall’est, sono anoressiche, depresse e non si mangiano un’emozione manco a pagamento…figuriamoci i baci al ragazzo del bar (che tra l’altro, come detto prima, è una figura ormai inesistente).
Scene 8 e 9: Coppia che cena al ristorante chic, sorridendo e chiacchierando e coppia che si bacia nella notte in mezzo alla strada
La coppia che cena, sorride e ammicca mentre il sommelier, con tanto di tastevin, decanta le doti del vino scelto è un’immagine che vuole trasmettere allo spettatore il benessere e la ricchezza tipici della coppia benestante media milanese. L’immagine della coppia in abito da sera che si bacia in mezzo alla strada vuole far presente che Milano è si una città business oriented ma ciò non esclude che si possano consumare grandi amori e grandi passioni. Non so perchè ma i paragoni odierni che mi saltano in mente riguardano, rispettivamente, un ottuagenario industriale milanese (forse è lo stesso della pubblicità 30 anni e 5 mogli dopo) seduto al ristorante con un’escort di vent’anni a destra e una a sinistra che sbaciucchia a turno e la coppia che si bacia al centro della strada coperta da insulti e, soprattutto, lezioni di vita da automobilisti isterici che devono sprintare, tassisti e tranvieri. Decisamente più coloriti i tempi moderni
Scena finale: Bottiglione di Amaro Ramazzotti che si erige e supera il Duomo per altezza.
Si, gli industriali megalomani ci sono ancora ma a causa dell’inasprimento dei controlli fiscali praticano l’understatement.
La Milano da bere, quindi, non c’è più ma è comunque oro colato rispetto alla Napoli del Lungomare liberato (ma infestato), delle piste ciclabili virtuali e del facciamoci una coca cola a metà e una pizzetta da Moccia.
Grazie, quindi, al Commedator Ramazzotti per avermi condizionato e fatto venire qui.
Il Misantropo