La sindrome di Megane Coach Reloaded

Qualche anno fa (l’articolo è nella sezione Amarcord del Blog) scrivevo del flagello della “Sindrome di Megane Coach” all’interno della nostra società.

Sono passati sei anni e non posso fare a meno di rilevare che questa patologia non solo è lungi dall’essere debellata ma è in forte crescita.

La sindrome di Megane Coach prende il nome dalla tipica patologia che affliggeva il primo ammalato conosciuto : Questi possedeva una Renault Megane Coach e la spacciava per una supercar del calibro di una Ferrari o di una Lamborghini.

Il comportamento tipico scaturente dalla sindrome è, quindi, quello del mitomane millantatore. Esiste però un’aggravante: Il mitomane è supportato a catena da altri mitomani all’interno del proprio contesto sociale con la finalità di proiettare all’esterno un’immagine vincente del gruppo.

Gli ammalati di Megane Coach sono rinvenibili in ogni contesto sociale con peculiarità sintomatologiche disparate.

Citerò come esempio alcuni casi tipici che mi sono più vicini:

L’ Avvocato

L’ammalato di Megane Coach dedito alla professione legale è sempre, a suo dire, impegnato nella risoluzione di controversie complicatissime, cita a memoria leggi articoli e commi e colorisce il tutto ammannendo una robusta aneddotica forense che lo vede protagonista e trionfatore.

E’ , a suo dire, sempre in viaggio o in riunione, ha 3 telefonini ai quali non risponde mai e quando risponde non perde l’occasione per intrattenerti con scottanti rivelazioni circa futuri sviluppi di un grossissimo incarico che lo vede coinvolto, offrendo, a volte, ancor più grosse opportunità di collaborazione.

Si dedica, talvolta, per spezzare lo stress da superlavoro, ad attività collaterali quali la gestione – in società con altri ammalati – di ristoranti o baretti: inutile dire che si tratta di iniziative, a dire suo e dei suoi soci, di grandissimo successo.

In realtà tale tipologia di ammalato è un bipolare maniaco-depressivo.

La fase maniacale si manifesta socialmente con la mitomania, ma è tra le quattro mura del suo studio o di casa che l’ammalato da libero sfogo alla fase depressiva: giornate intere su facebook, Solitario Microsoft fino all’epilessia e forward di email a contenuto piccante con amici (messi rigorosamente in copia visibile del messaggio) dagli indirizzi email altisonanti (qui rientra in gioco di nuovo la maniacalità).

La sua situazione familiare è pari a quella dell’Orsetto Rimborsetto di cui ad un mio precedente articolo ma con l’aggravante che tale ammalato è molto spesso cornuto.

Il politico

Il politico, quasi sempre legato ad un contesto locale, è, a suo dire, sempre impegnato in battaglie destinate a lasciare il segno nella storia della nazione.

E’ sempre, a suo dire, impegnato in riunioni di coordinamento ad alto livello alla presenza di alti esponenti della scena politica nazionale, ha un numero di cellulare riservato alla sua segreteria politica (ma risponde personalmente), imposta strategie per la distribuzione degli incarichi di responsabilità all’interno dell’istituzione di cui fa parte ponderando accuratamente tutti gli interessi in gioco e le posizioni delle varie correnti.

In campagna elettorale rappresenta sempre il nuovo che avanza e promette grandi innovazioni nei settori più disparati, con grande vantaggio per qualsivoglia interlocutore.

L’elemento gruppo gioca una componente fondamentale: Egli si circonda, infatti, di uno stuolo di soggetti con funzioni di supporto che favoriscono il propagarsi del millantato credito diventando, a loro volta, millantatori.

L’ammalato è, poi, sempre vittima di complotti di fazioni o correnti avverse che, invidiando il suo status, la sua competenza e il suo serbatoio di voti, non perdono occasione per tentare di fargli le scarpe.

Dal quadro delineato è evidente che, l’ammalato di Megane Coach Politico è uno schizofrenico.

Sono presenti, infatti, le componenti principali di quel disturbo: Il Delirio paranoide (che si concreta con l’impersonare un grande uomo politico e con la convinzione di essere vittima di inganni o complotti), le Allucinazioni (aver sentito che qualcuno diceva qualcosa) e i Disturbi del pensiero (impossibilità di dire qualcosa che abbia un senso reale).

Non vi è cura per questo ammalato se non gli psicofarmaci.

L’ imprenditore

L’ammalato appartenente a questa categoria si riconosce subito: il suo biglietto da visita reca il titolo in inglese.

Egli è, infatti, sempre CEO o President di qualcosa di non meglio identificato.

Le sue aziende operano in ambito nazionale e internazionale, siede in importanti associazioni di categoria e parla per sigle: ROI, LBO,CDS ecc.

Il suo fatturato non va mai sotto i 20 mln. ed è sempre pronto ad ideare nuove opportunità di business.

Inutile dire che la liquidità delle sue aziende è spesso inesistente così come il capitale sociale e gli utili e che le enormi opportunità di business all’estero sono solo la scusa per farsi un viaggio in prima classe a spese dell’ azienda.

Anche questo ammalato è in realtà uno schizofrenico spesso afflitto da complesso edipico misto alla cd. sindrome di Peter Pan.

Il mio consiglio è di non averci assolutamente a che fare in campo lavorativo: a fronte delle promesse di lauti guadagni ci rimetterete sicuramente una bella cosa di soldi

Per rispettare le pari opportunità mi sembra, poi, giusto concedere spazio anche alle ammalate di sesso femminile.

Esse si dividono, sostanzialmente, in due categorie: Le donne in carriera e le artistoidi.

Le donne in carriera

Queste ammalate, a loro dire, sono le più intelligenti dell’universo, le più preparate, le più bone e devono pagare, sempre a loro dire, lo scotto di queste qualità che si riflette sull’impossibilità di essere correttamente apprezzate sul lavoro.

Sono sempre, a loro dire, impegnatissime – il più delle volte lavorano nel settore del Marketing-, hanno un rapporto morboso col loro Blackberry (fa più business dell’ Iphone e lo passa gratis l’azienda), mentre fanno sesso, nel cuore della notte, hanno sempre una mail importantissima a cui rispondere e sono ossessionate dalla cellulite, dalle rughe e dalle smagliature.

Il loro lavoro le costringe a viaggiare e non perdono occasione con le amiche per sfoggiare l’ultimo grido, in materia di prodotti di bellezza, accessori o letteratura spicciola, reperito durante l’ultimo viaggio all’estero.

La realtà è ben più triste: Pigiamone e pantofole a casa sorseggiando un buon the davanti all’ultima puntata di Sex and the city, culo cellulitico, fiatella al mattino e tanta depressione che sfocia in continui cambi di taglio di capelli e nell’acquisto di abiti e scarpe del tutto inutili.

Queste ammalate sono bipolari: Ossessivo compulsive (Mail, efficienza, scarpe) e Maniaco Depressive (Pigiamone, Delirio di morte per la cellulite).

Signori uomini: Fuggite!

Le artistoidi

Questa tipologia di ammalate ama ritenersi un elemento fondamentale della vita culturale del paese.

L’artistoide è sempre informata sui vernissage in programma e vi partecipa con grande dedizione, ritiene di essere particolarmente competente in materia di arte contemporanea, filosofia e psicologia, ascolta musica che conosce solo lei e ci tiene a farlo notare, ha letto sempre l’ultimo libro di uno scrittore sconosciuto kazako che è stato ammazzato qualche mese prima, non ci tiene al look perchè lei non è una sciacquetta.

Ritiene poi di essere un’artista: si cimenta in fotografia ( la categoria più frequente ), pittura e scultura ed espone le sue opere nei luoghi più disparati ( Bar, negozi, gallerie dell’ultim’ora).

In realtà questa tipologia di ammalate è affetta da oligofrenia, cioè insufficienza mentale, mista a delirio paranoide.

L’artistoide è, infatti, una povera demente ( non in senso medico, perchè oligofrenica, ma in quello di insulto ) di scarsa o nulla cultura reale, dissociata dal suo contesto di provenienza sociale e ossessionata dal proiettare un immagine di se culturalmente elevata perchè in realtá un cesso (col quale a volte, a causa di un rapporto controverso con l’acqua e il sapone, condivide il caratteristico odore).

L’artistoide molto raramente conosce il reale significato della parola “depilazione intima”: solo d’estate si limita a dare una spuntatina per evitare la fuoriuscita del ciuffo dal costume.

Tale ammalata va evitata come la peste ( ai cui ammalati, tra l’altro, assomiglia ).

Da tale excursus appare evidente come la sindrome di Megane Coach sia un contenitore di svariate patologie accomunate dal denominatore della errata percezione del se e dalla ossessione nel proiettare all’esterno questo errore.

Il mio consiglio quando incontrate un ammalato di Sindrome di Megane Coach è uno: Non rivolgetegli la parola, ignoratelo del tutto e fuggite, gli impedirete di nuocervi.

Il Misantropo